
Studio per uno spettacolo
Cooperativa Teatrale Prometeo
drammaturgia e regia Dario Spadon
con Jacopo Cavallaro, Sabrina Fraternali, Dario Spadon
disegno luci Graziano Venturuzzo
scenografia Dario Spadon, Graziano Venturuzzo
ricerca storica Carla Giacomozzi
Verso la fine del 1944 la Germania era vicino al suo annientamento e il governo fantoccio fascista dell’Italia settentrionale stava crollando. Un dispotismo sull’orlo del collasso moltiplica il proprio po-tenziale di distruzione quanto più è messo alle strette: l’uccisione di milioni di persone nei Lager del Terzo Reich raggiunge proprio in questa fase il suo tragico culmine. In quell’anno, all’alba di martedì 12 settembre, ventitré uomini furono prelevati dal Lager di Bolzano e condotti nella Caserma “Fran-cesco Mignone”, dove vennero uccisi uno alla volta con un colpo alla nuca. I loro corpi furono porta-ti al cimitero di Bolzano e gettati in una fossa comune, in terra sconsacrata, senza che la tomba fosse contrassegnata in alcun modo.
Un’attrice/danzatrice e un attore/danzatore si muovono all’interno di una scena che, attraverso suc-cessive e continue trasformazioni, rappresenta simbolicamente i luoghi dove i 23 uomini trascorsero le loro ultime vicende in vita, fra le quali un lungo tragitto nel Mar Adriatico a bordo del sommergi-bile Platino.
Su di una colonna sonora e una narrazione continua si appoggia la loro voce, trasformata in un unico, utopico, straordinario pensiero.