mercoledì 27 Gennaio 2021

Lo spettacolo sarà visibile per tutta la giornata

Sala Virtuale

Eichmann. Dove inizia la notte




di Stefano Massini
con Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon
regia Mauro Avogadro
musiche Gioacchino Balistreri
scene Marco Rossi
costumi Giovanna Buzzi
luci Michelangelo Vitullo
co-produzione Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile del Veneto

Mini-documentario online sullo spettacolo, a cura di Simone Marcelli, con Stefano Massini, Ottavia Piccolo, Paolo Pierobon, Mauro Avogadro


Il nuovo atto unico di Stefano Massini porta in scena, in un dialogo teatrale di inaudita potenza che ripercorre la tragedia dell’Olocausto, lo scontro tra la filosofa ebrea Hannah Arendt (Ottavia Piccolo) e il gerarca nazista Adolf Eichmann (Paolo Pierobon).

Chi fu realmente Adolf Eichmann? Che tipo di personalità si nascondeva dietro la divisa nazista di colui che ideò la soluzione finale e organizzò nei dettagli il massacro di sei milioni di ebrei? Prova a dare una risposta Stefano Massini, nella drammaturgia che ha realizzato a partire dagli scritti della filosofa Hannah Arendt, dai verbali degli interrogatori a Gerusalemme – dove Eichmann fu processato dopo l’arresto, avvenuto nel 1960 in Argentina –, dagli atti del processo. Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon, nei ruoli di Arendt e Eichmann, ricostruiscono passo dopo passo carriera e ascesa del gerarca, delineando il ritratto di un uomo mediocre, arrivista e opportunista, e aprendo così il varco a una prospettiva spiazzante: Eichmann non è un mostro, bensì un uomo spaventosamente normale, capace di stupire più per la bassezza che per il genio.

Un atto unico di squassante semplicità, un’intervista della filosofa, scrittrice e politologa Hannah Arendt ad Adolf Eichmann, il gerarca nazista responsabile di aver pianificato, strutturato e reso possibile lo sterminio di milioni di ebrei. È il dialogo teatrale che Massini ha realizzato a partire dai verbali degli interrogatori a Gerusalemme, dagli atti del processo, dalla storiografia tedesca ed ebraica, dai saggi della stessa Arendt.

Diretti da Mauro Avogadro, Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon, alla loro prima collaborazione, si affrontano in un dialogo feroce, in cui, incalzato dalla dialettica di Arendt, Eichmann ripercorre i passaggi della propria carriera accanto a Hitler e Himmler, mentre a poco a poco si compone il mosaico della soluzione finale, la creazione della micidiale macchina di sterminio che condannò a morte sei milioni di ebrei, oltre ai rom, agli omosessuali, agli oppositori politici.

Come si sperimentò il gas? Quando fu deciso l’inizio dello sterminio? Come si gestiva in concreto l’orrore di Auschwitz? Passo dopo passo, prende forma una verità spiazzante: non esiste alcuna “grandezza” nell’uomo che ha architettato tutto questo, bensì il personaggio si rivela per una disperante commistione di meschinità, arrivismo, opportunismo, capace di stupire più per la bassezza che per il genio. Ma è proprio qui, in fondo, che prende forma il male: nella più comune e insospettabile grettezza umana.

(ph_Teatro Stabile di Bolzano, Tommaso Le Pera)

Giorno della memoria 2021